(Il materiale per creare questo post è stato preso dal testo "Gioco e movimento al nido" di Andrea Ceciliani, Carocci Faber Ed.)
Nel nostro asilo nido, settimanalmente, ci prendiamo una pausa dalla nostra programmazione educativa per lasciare i bambini liberi di sfogarsi e muoversi.
Per la
motricità allestiamo un angolo apposito della sezione con tappetoni, cuscini, tunnel e scalette per creare diversi livelli di altezza e permettere così ai bambini di giocare con la caduta e il conseguente controllo emotivo.
Quando il bambino comincia a
giocare con la caduta, ovvero si tuffa da un punto più alto verso uno più basso, significa che ha la certezza di poter recuperare il controllo della situazione; è un
esercizio tonico posturale che consente il passaggio da una tensione anti-gravitaria al rilassamento parziale. Giocare con la caduta serve quindi al bambino per affermare la propria autonomia.
Intorno ai 2/3 anni iniziano i
giochi di vertigine che manifestano nel bambino la
consapevolezza legata al controllo motorio, alle emozioni e all'affettività.
La caduta, i giochi di rischio e di vertigine sono quindi tutti quei
giochi senso-motori, liberamente praticati, che elicitano livelli appropriati di emozione dovuti a particolari azioni che motivano fortemente il bambino: arrampicare, saltare in basso, correre forte, ruotare velocissimi...
Di fronte a questi giochi è
importante, da parte dell'adulto,
non proibirli ponendo il limite del "non ci riesci, non devi provare". Questo atteggiamento è diseducativo in quanto induce sfiducia sulle capacità del bambino.
E' importante quindi
consentire queste esperienze rispettando alcuni criteri:
- concordare le regole in una cornice accettabile di sicurezza;
- affiancare affettivamente i bambini per spronarli nelle prove;
- organizzare l'ambiente in modo che il bambino possa scegliere il livello della prova in base alle proprie capacità.
PRONTI...............3.............2..................1..............VIA!!!!!